Storia della Torre di Tor di Mezzavia
Un tempo i romani sostavano a Torre di Mezzavia
di Fabio Depino
Ancora oggi la Torre di Mezza Via eretta come una sentinella, sembra sorvegliare
il luogo in cui si diramano due strade di grande importanza per Roma, la
via Tuscolana e la via Anagnina. La costruzione della torre risale al XIII
sec. secondo Giovanni Maria De Rossi, mentre secondo Lorenzo Quilici al
XII sec. Il nome richiama un ruolo di sosta per i viandanti che percorrevano
la via Tuscolana tra Roma e Frascati (si trova cioè a metà
strada) e risale secondo il De Rossi al XIV secolo (secondo Giuseppe Tomassetti
al XVI sec). Il luogo è stato nei secoli più recenti definito
anche Quadrato. La vocazione di luogo di sosta, veniva sottolineata in passato
dalla presenza nella torre di un’osteria, ricordata da una poesia di Augusto
Jandolo nell’Ottocento e in competizione con quella poco distante di Osteria
del Curato.
Testi di vari studiosi e scrittori sono prodighi di notizie su luogo; in
particolare ricordiamo l’approfondito studio scientifico di Lorenzo Quilici
in "Collatia", ma anche gli studi di De Rossi ("Torri medievali
della Campagna Romana") e dell’immancabile e prezioso Tomassetti ("Campagna
Romana Antica Medievale e Moderna"). Da questi pertanto sono tratte
la maggior parte delle informazioni che seguono.
La torre, eretta sulle rovine di una villa romana di età imperiale (I
sec. d.C. o più probabilmente in età flavia o adrianea), incorpora
varie strutture antiche e s’inserisce all’interno di un complesso monumentale
di grande interesse storico, in cui sono presenti testimonianze di età
romana e medievale. In particolare, a breve distanza è presente (evidentemente
appartenente ad una villa suburbana) una cisterna romana di età imperiale
recentemente restaurata.
Attorno al 1200 d.C. il luogo potrebbe essere stato identificato, in alcuni
documenti menzionati dal Tomassetti, con il toponimo Fontana di Papa, riferendosi
alla presenza della cisterna romana. Nel medioevo la tenuta in cui si trovava
la torre appartenne dapprima (sec. XIII) alla famiglia Mardoni (a cui forse
spetta la costruzione della torre) e successivamente alle monache di S.
Lorenzo in Panisperna, proprietarie per un periodo anche della vicina Torre
dei Santissimi Quattro Coronati. A quell’epoca il sito prendeva il nome
di Grotta dei Mardoni -in riferimento quindi alla cisterna romana- mentre
la torre probabilmente era in relazione con quella coeva dei Santissimi
Quattro Coronati, situata poco distante in località Ponte Linari.
Nell’Ottocento la torre di Mezza Via e quella dei Santissimi Quattro Coronati
appartenevano al medesimo proprietario, l’avv. Lunati ma dalla prima metà
del secolo successivo, la torre faceva già parte di un grande fondo
di proprietà dei Doria Pamphili, affittato alla famiglia Rampa (da
cui anche il nome di fattoria Rampa dato a un’area vicina). Il fondo, di
circa 200 ha, era delimitato grosso modo dalle vie Tuscolana e Anagnina
ed i terreni ad uso civico di Campo Romano.
La torre, abitata fino a metà degli anni ’50,
ospitava al suo interno un laboratorio di maniscalco e fabbro ferraio. Tali
presenze testimoniano che la torre è stata fin quasi ai giorni nostri
luogo di sosta per i carri (barrocci) che percorrevano in un senso o nell’altro
la via Tuscolana.
Struttura della torre
La torre di forma quadrata sorge a lato di un vasto recinto, misura 6,6 m di
lato ed è alta 19 m alla sommità dello spiovente del tetto,
posto a sostituire il coronamento originario, probabilmente merlato e troncato
solo in tempi recenti.
La struttura della torre è in muratura a sacco con riempimento in
spezzoncini di selce, fino ad un’altezza di 3,6 m. Tutta la parte superiore
è in tufelli parallelepipedi di peperino ben stratificati, con qua
e là qualche mattone e pezzo di marmo. Agli ingressi del piano terra
e piano superiore, si accede mediante una scala moderna che si apre sul
lato di N.O. La camera al pian terreno è coperta da una volta a crociera,
mentre i piani superiori sono impostati su armature lignee. Fatta eccezione
di una finestra moderna al pian terreno, la torre presenta ai piani superiori
due ordini di finestre, alcune murate già in tempi antichi. br />
All’interno del recinto medievale, la torre si colloca al centro del lato
corto nord orientale, lasciando degli spazi occupati rispettivamente da
un cortiletto secentesco, e da una più recente casupola (prima di
questa non esisteva nulla all’interno del recinto).
Recinto medievale
Il campo del recinto si prolunga verso S.O. per 44
m, contro i 22 m circa del lato corto della torre e i 34 m del lato opposto
e risale probabilmente al XII sec. d.C.
La struttura del recinto è tutta in calcestruzzo e peperino, con
l’inclusione di qualche laterizio o frammento di marmo bianco, legato con
malta. Il muro, alto oltre 3 m. dal livello del suolo interno, termina con
un profilo tondo sulla sommità, mentre presenta alla base degli sfiatatoi
di scolo. Le pareti del recinto presentano a metà altezza i fori
d’impalcatura del corpo di fabbrica che, lungo il lato interno, sono stati
utilizzati anche per impostare il camminamento ligneo di ronda.
Opere murarie romane incorporate nel complesso
medievale
Per quanto riguarda le parti costruite in epoca romana, la torre è stata
eretta su resti di fondazioni d’età imperiale, ancora visibili nello
spigolo meridionale del manufatto. Le strutture antiche che si vedono a
filo del terreno sono tutte in opera reticolata di tufo per la maggior parte
di colore rosso. In alcuni tratti sono presenti anche fascioni di laterizio
con ammorsature in chiave.
La facciata a NO dell’ambiente addossato alla torre all’interno del recinto,
è coperto con volte a crociera e si presenta quasi tutto in opera
reticolata, eccetto per due fascioni in laterizio. Grandi frammenti di pareti
o volte in muratura a sacco con paramenti in tufo, appartenenti a questi
stessi ambienti, sono disposti sul terreno interno al recinto, poco distanti
dalla torre stessa. A nord della torre, alcune strutture antiche sono incorporate
attorno al recinto, mentre è possibile riconoscerne altre, situate
al disotto del piano di campagna, scendendo in alcune grotte, alle quali
si accede mediante una scaletta posta al di sotto di quella che porta al
piano sopraelevato della torre. Un antico pozzo, oggi riempito, è
stato segnalato al Quilici da un vecchio colono del luogo, presso lo spigolo
meridionale del cortiletto secentesco.
Altre strutture antiche si riconoscono sul lato sud occidentale del recinto
medioevale, da cui è possibile osservare l’intero lato fondato completamente
su di un muro in opera reticolata, compreso il lato curvo che forma lo spigolo
meridionale.
Cisterna romana
La cisterna, probabilmente d’eta augustea o flavia, è posta a circa
50 m. dalla torre ed è la struttura più significativa, appartenente
alla villa romana, rimasta visibile; è di forma rettangolare e ha
un lato di circa 9 m. per 8 m. mentre sale in altezza per circa 6 m. Il
vano interno misura invece circa 5,7 m. x 5 m. La cisterna si presentava
su due livelli, come quella della poco lontana Fattoria di Gregna, che venne
trasformata in casale solo in epoca successiva. L’interno presenta una volta
a botte (con il foro per l’immissione dell’acqua al centro del lato S.E.)
e conserva ancora gran parte dell’intonaco di rivestimento. Essendo stata
adibita nei secoli passati ad uso abitazione, la cisterna conserva ancora
le bucature relative ad una porta e una finestra.
La tecnica edilizia del monumento è riconoscibile dalle murature
in calcestruzzo di tufo, con paramento in opera reticolata, alternato a
fasce laterizie, sul corpo quadrangolare, mentre gli speroni sono in tufelli
regolarmente disposti su piani orizzontali. Gli archi sono in laterizio
e così la piattabanda ed il timpano della porta posta di fronte alla
scala. Il tufo impiegato nel reticolato è prevalentemente il peperino,
alternato a filari in tufo giallo litoide; ma la composizione dal punto
di vista cromatico, appare tuttavia abbastanza libera, con l’inclusione
anche di tufi rossi.